La storia del Rotary club di Parma

Il Rotary club di Parma

Dalla fondazione, nel 1925, all’autosoppressione nel 1938

Il Rotary Club di Parma è stato fondato nel 1925. È il dodicesimo Club italiano ed il primo dell’Emilia ad essere costituito. Da allora inizia la sua lunga attività di service. Suo primo presidente è l’avv. Vincenzo Paltrinieri. La stampa guarda, dapprima, con molto favore alle manifestazioni del Rotary Club Parma che non sfiorano mai argomenti di carattere politico, unico modo per potere sopravvivere in quel tempo.

Poi, nel giugno 1926 è costretto a sospendere ogni attività perché sospettato d’infiltrazioni massoniche. Riprende a funzionare nel marzo 1927, sotto la presidenza del podestà di Parma dott. Mario Mantovani, con compagine quasi interamente rinnovata.
Fin d’allora ogni argomento di carattere tecnico, economico, artistico e culturale è oggetto di dibattito approfondito. Le “comunicazioni” sono di alto livello. Alcune sono critiche altre di proposta. Tra le altre cose è presentato un progetto per un’autostrada Milano-Piacenza-Parma-Bologna, che vedrà la luce trentun anni dopo. Sarà così anche riguardo i ponti sul Po per le strade verso Mantova e Cremona. Fin d’allora viene dibattuto il problema del collegamento ferroviario Tirreno-Brennero, ancora oggi di viva attualità (sotto la denominazione di Pontremolese) e non ancora risolto dal governo centrale. Il presidente che lascia la traccia più profonda in quegli anni è, indubbiamente, il prof. Francesco Lasagna, primario otoiatra dell’Università di Parma che detiene la carica per due bienni (1930/32 e 1934/36). Perfetto conoscitore della lingua inglese è incaricato dal governatore Borriello di presiedere la delegazione italiana al congresso di Chicago nel 1930, in occasione del 25° anniversario della fondazione del Rotary International. Memorabile sua iniziativa è la giornata correggesca (6 maggio 1935), in occasione della mostra per il IV centenario della morte di Correggio.

In quel giorno convengono a Parma ben 300 rotariani da Italia, Francia e Svizzera. Nei discorsi ufficiali vengono messi in rilievo i rapporti di amicizia fra Francia e Italia, rinsaldati dal patto di alleanza Mussolini-Laval del gennaio di quell’anno.
Di lì a poco, però, l’apertura delle ostilità in Abissinia fa cadere molte illusioni a chi crede ancora in un accordo fra le due nazioni. Si cominciano ad avvertire i primi sintomi d’intolleranza del Regime nei confronti del Rotary, ritenuto longa manus delle potenze demo-pluto-massoniche. Lasagna, parlandone ai soci, nel dicembre 1935, afferma che «nessuno del Rotary club Parma ha mai proposto o scioglimento o riduzione di attività». Alla fine di dicembre 1938, però, i Rotary italiani sono costretti ad autosopprimersi. L’internazionalità, il pacifismo e l’origine democratica del Rotary non sono graditi al fascismo e, men che meno, all’alleato hitleriano che aveva provveduto a sopprimerne la presenza, in Germania, fin dall’estate del 1937. Personalità eminente di quest’ultimo periodo è il prof. Giovanni Savazzini, direttore della Cattedra Ambulante di Agricoltura, che, dal 1933, riveste la carica di scrupoloso ed efficiente segretario fino alla data dello scioglimento del Rotary Club Parma.

Dalla ricostituzione del 1948 al 2000

Dopo dieci lunghi anni di silenzio, che comprendono anche la spaventosa seconda guerra mondiale, il Rotary Club di Parma riprende a funzionare, sotto la presidenza del prof. Teodosio Marchi, solo nel 1948. I soci sono 48, 12 dei quali avevano già fatto parte del Club soppresso nel 1938. Proprio nell’anno della ripresa, in una conviviale, il socio, notaio dott. Enrico Bandini, sottopone al Club l’idea di promuovere la costruzione di un’autostrada fra Parma e La Spezia. La proposta è accolta con calore dai soci. Viene prontamente costituito un comitato promotore per la Parma-mare che entro non molto tempo raccoglie l’adesione anche degli Enti territoriali competenti per la materia. Pur essendo la prima iniziativa autostradale del dopoguerra, difficoltà di varia natura consentono l’inizio dei lavori solo nel 1962 e l’ultimazione nel 1975.
Comunque la realtà della A 15, importante arteria di collegamento fra Tirreno e pianura padana, con proiezioni verso il centro Europa, si deve ad un’idea sorta e sostenuta concretamente, fino al suo compimento, dal Rotary Club di Parma.
Nel 1951 il presidente avv. Arturo Scotti, tiene a battesimo il nuovo Rotary Club di Salsomaggiore Terme, che si riunisce, per la prima volta, il 23 giugno dello stesso anno. Durante la presidenza del prof. Edmondo Malan (1955-1956) vengono poste le basi per stabilire il Club-contact con il Rotary Club del Principato di Monaco che dura felicemente fino ai nostri giorni.Le comunicazioni tenute alle conviviali, sono tutte di grande rilievo sociale, economico e culturale. Sarebbe troppo lungo elencarne anche solo i campi d’interesse. Fra le iniziative di carattere culturale si ricorda la stipulazione, in una conviviale del 1960, dell’atto pubblico costitutivo del Museo Bodoniano, premessa per il riconoscimento giuridico della fondazione. La minacciata costruzione di una raffineria di petrolio a Fornovo Taro, vede la mobilitazione della città di Parma e del suo territorio a difesa delle aziende produttrici dei prodotti tipici alimentari. La stampa dà ampio rilievo al voto unanimemente contrario espresso dal Rotary Club di Parma nel gennaio 1973. Assai significative sono le manifestazioni in occasione della celebrazione del cinquantenario di fondazione del Rotary Club di Parma, volute ed organizzate sotto la guida del presidente dott. Ferruccio Micheli, culminate nella cerimonia ufficiale presso la Biblioteca Palatina il 3 ottobre 1975.
Per solennizzare l’evento viene pubblicato, in accordo con la Deputazione di Storia Patria, un importante volume con la riproduzione di tutte le piante antiche della città di Parma. Viene inoltre finanziata la dotazione delle attrezzature per una sala cinematografica agli IRAIA.

Nel 1977 il governatore nomina il socio del Rotary Club Parma, Ampelio Simonazzi, suo rappresentante speciale per la costituzione di un secondo Club cittadino. La prima riunione del nuovo Rotary Club Parma Est avviene il 25 maggio 1978. Fra le innumerevoli iniziative del Club quella di maggiore spicco è senza dubbio il Premio Internazionale Rotary Club Parma “Giuseppe Verdi”, in collaborazione con l’Istituto di Studi Verdiani, giunto ormai alla decima edizione, che prevede una dotazione di lire venti milioni da assegnare biennalmente ad uno studioso che intenda svolgere ricerche di argomento verdiano presso la sede dell’Istituto di Studi Verdiani. La somma è corrisposta a lavoro ultimato con facoltà di concedere acconti intermedi fino al 50% del premio. Premio non finalizzato, quindi, al riconoscimento di un successo già conseguito ma rivolto a favorire il progresso e la realizzazione di nuovi e particolari temi di studio. I partecipanti, provenienti da ogni parte del mondo, sono stati finora da un minimo di 16 ad un massimo di 24 per ogni sezione. Da segnalare la solenne celebrazione del 60° di fondazione del Rotary Club Parma, il 10 ottobre 1985, sotto la presidenza del dott. Ercole Negri. Per l’occasione viene dato alle stampe un volume storico (non agiografico) sui “Sessant’anni del Rotary Club Parma (1925-1985)” ad opera dei rotariani V. Banzola, G. Erluison, A. Valpondi. Seguono anni di densa e fruttuosa attività, in cui le celebrazioni del 75° dalla fondazione, svoltesi sotto la presidenza del prof. Giacomo Macaluso e concluse con la presidenza del dott. Giorgio Aiassa, costituiscono sicuramente l’evento più significativo. Sempre nell’anno 2000, viene pubblicato un volume storico-critico dal titolo “Il Rotary Club di Parma sulla soglia del 2000 – Cronaca di tre lustri (1985-2000)”, con contributi di G. Erluison, V. Banzola, M.C. Testa, Rotarius, M. Micheli. Il Rotary Club di Parma, ha espresso due governatori di notevole rilievo: il comm. Pier Celestino Favaro, per l’anno rotariano 1968-1969, ed il prof. arch. Franco Carpanelli, per l’anno rotariano 1987-1988. Anche se il Rotary è definito “la più grande istituzione umanitaria privata del mondo”, esso non deve essere confuso con le istituzioni di beneficenza che hanno altri scopi ed altre funzioni. Il Rotary Club di Parma, pur essendo sempre attento e sensibile all’esigenza di dare risposte concrete quando si chiede solidarietà, non ama fornire lunghi elenchi di erogazioni da rendere note a scopo di autocompiacimento. Chi ha interesse ad approfondire l’attività svolta dal Rotary Club di Parma può fare riferimento ai volumi pubblicati nel 1985 e nel 2000 citati più sopra.

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